domenica 18 maggio 2008

GOMORRA

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GOMORRA. VIAGGIO NEL MONDO DELLA CAMORRA.

Il container dondolava mentre la gru lo spostava sulla nave. Come se stesse galleggiando nell’aria, lo sprinder, il meccanismo che aggancia il container alla gru, non riusciva a domare il movimento. I portelli mal chiusi si aprirono di scatto e iniziarono a piovere decine di corpi. Sembravano manichini. Ma a terra le teste si spaccavano come fossero crani veri. Erano crani veri. Uscivano dal container uomini e donne. Anche qualche ragazzo. Morti. Congelati, tutti raccolti, l’uno sull’altro. In fila, stipati come aringhe in scatola. Erano i cinesi che non muoiono mai. Gli eterni che si passano i documenti l’uno con l’altro. Ecco dove erano finiti. I corpi che le fantasie più spinte immaginavano cucinati nei ristoranti, sotterrati negli orti d’intorno alle fabbriche, gettati nella bocca del Vesuvio. Erano li. Ne cadevano a decine dal container, con il nome appuntato su un cartellino annodato a un laccetto intorno al collo. Avevano messo da parte i soldi per farsi seppellire nelle loro città in Cina. Si facevano trattenere una percentuale del salario, in cambio avevano garantito un viaggio di ritorno, una volta morti. Uno spazio in un container e un buco in qualche pezzo di terra cinese. Quando il gruista del porto mi raccontò la cosa, si mise le mani in faccia e continuava a guardarmi attraverso lo spazio tra le dita. Come se quella maschera di mani gli desse più coraggio per raccontare. Aveva visto cadere i corpi e non aveva avuto bisogno neanche di lanciare l’allarme, di avvertire qualcuno. Aveva soltanto fatto toccare terra al container, e decine di persone comparse dal nulla avevano rimesso dentro tutti e con una pompa ripulito i resti. Era così che andavano le cose. Non riusciva ancora a crederci, sperava fosse un’allucinazione dovuta agli eccessivi straordinari. Chiuse le dita coprendosi, completamente il volto e continuò a parlare piagnucolando, ma non riuscivo più a capirlo.

Inizia così il libro scritto da Roberto Saviano “GOMORRA. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra”. Un documento che dovrebbe essere da tutti conosciuto perché costituisce una raccolta di fatti accertati da inchieste giudiziarie, processi svolti, sentenze definitive che dimostrano quale sia il vero potere della camorra e le sue inimmaginabili possibilità, come descritto, per esempio, nel racconto del container al porto di Napoli dove come racconta il gruista “… non aveva avuto bisogno neanche di lanciare l’allarme, di avvertire qualcuno …..e decine di persone comparse dal nulla avevano rimesso dentro tutti e con una pompa ripulito….”. Sconvolgente pensare che l’organizzazione portuale possa vivere un episodio così traumatico senza poi subire significative conseguenze perché è proprio questa la dimostrazione che il controllo reale del porto non è in mano alle autorità competenti.

Naturalmente anche la storia drammatica della spazzatura all’ordine del giorno in questi mesi dipende dal ruolo della camorra e Saviano tratta l’argomento con precisi riferimenti a fatti noti da molti anni, cosa che dimostra come un’intera generazione di classe politica, giudiziaria e di dirigenti degli uffici pubblici competenti, sia stata totalmente inadeguata, nel migliore dei casi, a comprenderne le vere ragioni per attivare le opportune misure.

Ora che i riflettori della politica, sembra siano stati puntati su altri aspetti, sicuramente molto importanti, della vita del paese e dei suoi cittadini, bisogna fare la richiesta di mantenere all’ordine del giorno delle priorità nazionali la lotta alla criminalità organizzata stanziando le necessarie risorse per attuarla, assegnando contemporaneamente a noi stessi il compito di essere sempre più informati, cosa che possiamo fare anche leggendo il libro edito da Mondadori: GOMORRA.

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